Centrato l’accesso alle fasi nazionali, in programma a Pescara dal 29 maggio al 4 giugno prossimi, l’Under 15 della RSR allenata da coach Roberto Peron è pronta a stupire ancora e a recitare il ruolo di “mina vagante” del raggruppamento D che comprende oltre a Cantù, la Pallacanestro Udine e il Cus Firenze.
Ma in attesa di capire che piega prenderà la stagione, se la vittoria prestigiosa sulla Reyer Venezia sia stata solo un fuoco di paglia o (come crediamo) solo un primo step di un’ascesa ancora da ultimare, coach Peron fa il punto della situazione elogiando un gruppo di ragazzi che, insieme al suo staff tecnico-dirigenziale, ha sempre lavorato a fari spenti denotando serietà, abnegazione e forza di volontà.
“Questo è un gruppo di lavoro fantastico – asserisce coach Roberto Peron – che ha raggiunto le finali nazionali perché aveva nelle corde certi risultati e perché durante la settimana c’è un’applicazione sui metodi di lavoro e sulla voglia di crescere, senza precedenti. Questo traguardo che considero volante, non è altro che il giusto premio a ragazzi volenterosi, bravi e seri, che non ha mai smesso di crederci, ma che nel contempo non si è mai specchiato e quelle rare volte che lo ha fatto rimediando sconfitte, ha subito cambiato rotta e compreso l’errore”.
L’Under 15 come esempio per il resto del settore giovanile: può essere una chiave di lettura? Secondo coach Peron “sì, perché tra i ragazzi c’è questa predisposizione nell’emulare chi fa le cose migliori. Rispetto al passato si seguono meno partite dal vivo e questo in parte può essere limitante, ma non determinante in un’eventuale crescita sia tecnica, che psicofisica”. E ora che ci si confronta con un basket assai più vicino al mondo professionistico, per i ragazzi dell’Under 15 può essere arrivato davvero il momento di innestare una marcia in più, anche se le incognite non mancano.
“Purtroppo – conclude Peron – questa settimana alcuni di loro non potranno allenarsi con la stessa intensità e la stessa partecipazione di sempre perché ci sono anche i campionati studenteschi che ci portano via tempo e sinergie. Ma al di là di questo sono certo che a Pescara riusciremo a fare la nostra figura e tenere alto il nome della Sebastiani, rinverdendo una tradizione che in fatto di settore giovanile è sempre stata all’avanguardia”.
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